18 luglio 2014
Il gigante Costa Concordia sorretto da tubolari d’acciaio realizzati da Cima S.p.A.
18 luglio 2014
Costa Concordia - la risalita è iniziata anche grazie a Cima S.p.A. | Source: By G.jenewein - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=43282035
Costa Concordia è tenuta dritta da una “protesi” metallica “Made in Piacenza”.Econ questo scheletro composto da 12 tubolari di acciaionavale lunghi ciascuno 12metri, realizzati da Cima Spadi Le Mose, la nave si appresta all’ultima traversata versoil Porto di Genova, dove verràsmantellata dopo il naufragio che costò la vita a 32 persone. I tubolari piacentinirafforzano la presa di ancoraggio dei cassoni di galleggiamento che fiancheggianola Costa Concordia e precisamente agiscono sul latosventrato del relitto, quellorimasto a lungo sott’acqua eperciò fortemente compromesso e arrugginito.A gennaio, racconta EttoreDordoni, presidente di CimaSpa, un’importante carpenteria di Genova si è rivolta alla piacentina Cima (che hagià operato per realizzare unfondo artificiale su cui appoggiare la nave, la scorsa estate) e ha chiesto urgentemente i pali. A tempo di record Cima ha realizzato anche quest’ultimi tubolari chesono stati impiegati per rendere più stabile e sicuro ilraddrizzamento della naveincagliata al Giglio.Ora la Costa Concordia èstata rimorchiata a circa 30metri verso est, in vista dellapartenza per Genova forsegià sabato 19 luglio. Al presidente di Cima, Dordoni,chiediamo che effetto gli faassistere a quest’operazioneguidata da un team internazionale che fa capo al consorzio Titan Micoperi.«Grande soddisfazione per lariuscita di un piano molto ardito - è la sua risposta - e anche perché lo smantellamento della nave viene fatto in Italia, ma solo quando sarà inporto a Genova potremo tirare un sospiro di sollievo».La traversata a 2,5 miglia l’ora, prevista per una durata dicinque giorni, è un passaggiodelicato. Ma l’ottimismo èd’obbligo.Cima lo scorso anno hafornito gli elementi per l’impalcatura d’appoggio dellanave, primo mattone per ilrecupero del relitto dalla carena squarciata. L’impresa divia Marcheselli, a Le Mose,ha realizzato 36 enormi tubolari elettrosaldati  lunghi12 metri ciascuno, dal diametro di 1,6 metri, dallospessore di 7,5 centimetri,dal peso di 30 tonnellate serviti a realizzare il tralicciocalato in mare, fulcro dellestrutture su cui appoggiaredritta in asse la Concordia,che ora potrà riprendere illargo per l’ultimo viaggio.

Articolo pubblicato su Libertà il 16/07/2014